Sguardi sul presente e sul futuro (senza tacer del passato)
di Mauro Comoglio e Enrico Rogora
Abbiamo deciso di dedicare il secondo dossier della rivista al mondo della scuola perché siamo convinti dell’importanza cruciale di questa istituzione per lo sviluppo del Paese e la convivenza civile dei suoi cittadini. I problemi della scuola sono molti e molto complessi, a iniziare dal suo ruolo, che emerge dalla mediazione tra esigenze diverse e non facilmente miscelabili, per esempio: formare i quadri dirigenti; formare lavoratori qualificati; educare ai valori condivisi di una comunità; fornire le conoscenze necessarie per la formazione della persona e la partecipazione alla vita civile della società; informare sui terribili squilibri generati dallo sfruttamento intensivo delle risorse naturali ed educare a comportamenti responsabili.
Abbiamo tante domande e poche risposte e abbiamo quindi pensato di cominciare nella maniera più semplice, cercando persone autorevoli a cui porre alcune dei nostri quesiti. Non è stato facile selezionare i nostri interlocutori ma alla fine di questo lavoro possiamo dire che, anche se si tratta soltanto di un primo passo, grazie alla disponibilità e alla competenza di chi ha accettato di lasciarsi intervistare, siamo soddisfatti di quanto raccolto. Tra i molti temi che non siamo riusciti a trattare, ci sono valutazione, interdisciplinarità e soprattutto, scuola e illegalità. Quest’ultimo tema ci sembrava particolarmente urgente. In realtà abbiamo raccolto una bella intervista da un’amica che insegna in una scuola inserita in un contesto sociale con forti infiltrazioni della malavita organizzata, che ci ha chiesto, comprensibilmente, l’anonimato. Si è deciso di usare alcune delle sue riflessioni per costruire un box sul tema, sperando di poterci ritornare più ampiamente in un prossimo futuro.
La scuola è profondamente cambiata nel corso degli ultimi decenni, spesso senza che il pubblico dei non addetti ai lavori, gli “uomini della strada” per intenderci, ne avessero piena consapevolezza, neppure quando ad essere coinvolti in qualità di discenti erano figli, nipoti e amici. Ecco perché nelle pagine successive ripercorriamo, in modo sommario e parziale, la storia degli ultimi 25 anni di riforme; quelli che parafrasando John Reed potremmo definire “i 25 anni che sconvolsero la scuola” e quindi, di riflesso, anche il nostro mondo, quasi senza che ce ne accorgessimo.
Perché sì, riformare la nostra scuola, per come essa si è strettamente sviluppata e intrecciata alla storia italiana, significa incidere profondamente nel tessuto del Paese, spesso al di là delle intenzioni esplicite o nascoste dei riformatori. Volutamente il dossier tocca solo marginalmente la tragedia nata dalla pandemia, convinti come siamo che la narrazione secondo la quale una grande crisi sia una occasione da non sprecare, rappresenti una visione storica e sociologica non rispondente alla realtà delle cose e che sia preferibile una fotografia della scuola sollevata dai problemi contingenti, di quest’ultimo anno, per restituire di essa una visione strategica. Perché questo crediamo, che occorra una strategia pensata per i prossimi decenni, di lungo respiro, anche ambiziosa e velleitaria, ma comunque generosa e in grado di ridare speranza e di generare futuro, coraggio e virtù civiche nei giovani, il vero patrimonio su cui investire.
Ci piace pensare al dossier come un sasso gettato nello stagno per smuovere le acque. Per coinvolgere i lettori in una discussione e in una riflessione collettiva, li invitiamo a intervenire sul neonato blog, accessibile all’indirizzo web: www.nuovaletteramatematica.eu.
L’intero dossier è disponibile sul sito della UniPaPress: Nuova Lettera Matematica. Numero 3.