di Gian Italo Bischi
Traccia dell’intervento di Gian Italo Bischi, Direttore di NLM, UMI Pisa, sabato 9 settembre, 10 min.
Tutti avete trovato nella cartellina del convegno un foglio con la pubblicità e le modalità di abbonamento al trimestrale “Nuova Lettera Matematica”. Sicuramente l’avete già buttato, nella migliore delle ipotesi avete usato il lato B (nel senso di Bianco) per prendere appunti.
Stiamo parlando di comunicazione della matematica attraverso carta stampata, mentre finora si è parlato soprattutto di comunicazione via web o eventi. La rivista Lettera Matematica ha una lunga tradizione, essendo pubblicata per quasi 30 anni dal centro Pristem/Bocconi. Poi nel 2019 il Pristem ha deciso di dedicarsi a una nuova esperienza, che si chiama Prisma, un mensile che esce in tutte le edicole e si rivolge a un pubblico ampio, un periodico nello stile di Focus, giusto per capirci. Ma sicuramente tutti conoscete Prisma, quindi non mi dilungo (e abbiamo Silvia Benvenuti qui in sala che ve ne può parlare meglio di me). Insomma, al termine di questa esperienza di Lettera Pristem una parte della redazione, insieme ad altri collaboratori, si è chiesta se era giusto finire così o se invece la scomparsa di Lettera creava un vuoto. In altre parole, ci siamo chiesti se una rivista come Lettera avesse ancora un ruolo, una “mission” da portare avanti.
Le nostre riflessioni ci hanno portato a dire che comunicare contenuti matematici a un largo pubblico risulta particolarmente difficile, rispetto ad altre discipline, in quanto l’atteggiamento nei confronti della matematica risulta fortemente polarizzato, ovvero concentrato su due estremi: al polo nord c’è il gruppo (di esperti e cultori) che mostra grande fascinazione, quasi adorazione, fino a innamoramento ed estasi, che considera la matematica “bianchissima, in quanto è senza macula d’errore e certissima per sé” (Dante, Convivio); al polo sud c’è una folta schiera di coloro che mostrano forte repulsione, disprezzo, sdegnato rifiuto, persino orgoglio di non conoscerla e derisione nei confronti di una disciplina isolata dalle altre, non facente parte della cultura, «morta, infeconda, arida come un sasso», come affermò Giovanni Gentile, artefice esattamente 100 anni fa della ben nota riforma scolastica
Quasi assente, o molto rarefatto, il ceto medio, il mondo di mezzo.
Una simile polarizzazione non mi sembra esistere per altre discipline, anche fra le cosiddette scienze dure, come la fisica, l’astronomia, la chimica, le cui finalità e metodi sono in genere meglio percepiti e accettati da un largo pubblico di persone colte (e anche non).
Per la matematica, invece, in tanti non hanno ben chiaro di cosa si occupi e con quali metodi, e soprattutto non viene percepito come la matematica sia inserita nel più ampio dialogo culturale con la storia, la filosofia, la letteratura, la società. Non è ben chiaro cosa voglia dire chi afferma che la matematica è bella (figuriamoci) e nemmeno in che senso sia utile (a parte il far di conto, ma non è quella la matematica di cui parliamo).
Questa polarizzazione rende più difficile, ma anche più stimolante, il problema del comunicare la matematica a persone che si trovano su così opposti estremi. Ma soprattutto la sfida consiste nel riuscire a creare quel ceto medio, quella terra di mezzo, che attualmente è così poco presente.
Abbiamo pensato che questo ceto medio così rarefatto è il target, il possibile uditorio a cui dovrebbe rivolgersi Lettera matematica: insomma si rivolge a un pubblico che non c’è (ed è per questo che vende così poco) e ci voleva il coraggio di Scienza Express per mettersi in questa avventura.
Infatti, questa polarizzazione si riflette anche sui modi di comunicare, perché si tende istintivamente a rivolgersi a uno dei due poli: per empatia ci si rivolge a chi c’è già e non a creare nuove figure.
Ci sono riviste (come ad esempio “Matematica, Cultura e Società” dell’UMI) scritte con un linguaggio spesso adatto a chi la matematica la conosce, laureato in una disciplina scientifica o comunque in possesso di un ricco vocabolario matematico. Insomma, a chi sta nel polo nord, ai già appassionati e affascinati, usando anche qualche tecnicismo, mettendo in luce aspetti avanzati del tutto inaccessibili all’altro polo. E ci sono altre, come la già citata Prisma e tanti siti web, che cercano di rivolgersi anche al polo sud, stimolando la loro curiosità, con articoli brevi e molto illustrati, foto, giochi, gare, aspetti curiosi e notizie sensazionali e attuali, con personaggi, ricorrenze, e mostrando utilizzi della matematica nelle applicazioni, o persino su aspetti caricaturali per divertire, schermando o sfumando un po’ i contenuti tecnici e metodologici, per paura che gli anticorpi anti-matematica intervengano innescando reazioni allergiche.
Nel mondo di mezzo vivono coloro che sono aperti a discipline culturali, intelligenze vivaci e curiose che se opportunamente stimolate potrebbero apprezzare metodi e contenuti della matematica, la sua storia e i suoi contatti con altri campi del sapere; che se opportunamente stimolati sono pronti a riconoscere una matematica partecipe al dibattito culturale nella società e nella vita, un approccio logico e argomentativo che propone la matematica come un’abitudine del pensiero, un modo interessante e razionale di rapportarsi alla realtà. In grado, quindi, di dialogare, ibridarsi e fecondarsi con gli altri campi del sapere.
A questo mondo abbiamo pensato di rivolgere Nuova Lettera Matematica, che dopo un breve intermezzo con una casa editrice accademica, la Palermo University Press, è ora pubblicata da una vera casa editrice, Scienza Express, che si muove nel mercato dell’editoria, con la volontà di diffondere la rivista anche con spirito imprenditoriale (cioè con la speranza di non rimetterci i soldi), ed è per questo che oltre a mettere la notizia della sua esistenze e le sue caratteristiche abbiamo messo nelle cartelline i prezzi e le modalità di abbonamento.
Finora della nuova serie è uscito il n.1 (mostro la scheda, e un fascicolo è consultabile qui) e altri due usciranno in simultanea a breve, la prossima settimana: il n.2 con lo schema già proposto nel primo, ovvero 7-8 articoli più lunghi da leggere con attenzione (diciamo comodamente seduti, magari anche con una matita in mano) e diverse rubriche brevi, di un paio di pagine al massimo, con titoli come Dialoghi con la storia, Pensieri computazionali, Musica e letteratura, Cittadini e società, ecc. da leggere anche distrattamente, mentre si cuoce la pasta o si aspetta l’autobus.
Il numero 3, che esce in contemporanea, è un numero monografico dedicato a Pascal nel 400° dalla nascita. Questa è la scansione di ogni anno, 4 numeri di cui 3 con articoli vari e rubriche, uno monografico con curatori speciaslisti (ma sempre con tono divulgativo seppur di approfondimento).
In conclusione, si tratta di uno spazio di approfondimento per chi vuole un po’ di più della curiosità o dell’ammiccamento per attirare verso la matematica usando parti simpatiche, divertenti, o applicazioni che destano curiosità. Ma senza pretendere che i lettori siano cultori o specialisti di matematica. Lettori impegnati in campi culturali diversi e comunque amanti di quel meticciato culturale che affianca e feconda diversi contenuti. Lettori anche non matematici ma aperti ad aspetti di cultura matematica. Alla ricerca di toni sobri e dialoganti, senza il tono enfatico e sensazionalista del giornalismo di divulgazione. Alla ricerca di articoli non sempre brevi, non sempre di relax, ma non per specialisti, anzi… anche e soprattutto per non matematici. Magari da leggere con un po’ di attenzione, per la soddisfazione di imparare qualcosa di interessante e di profondo, per cogliere collegamenti e accrescere la propria cultura.
Mostro alcune copertine con indice
Ma c’è anche il lato B, che nel caso di Nuova Lettera corrisponde all’immagine di copertina