Qualche giorno fa è mancato, all’età di 90 anni, lo psicologo israeliano Daniel Kahneman.
Nato il 5 maggio 1934 a Tel Aviv, Daniel passa i primi anni di vita a Parigi, dove la famiglia è arrivata nei primi anni venti e dove subisce l’occupazione nazista. Nel 1944, il padre muore e in seguito a questo Kahneman si trasferisce con la madre e la sorella nell’allora Mandato britannico della Palestina. Diventa poi cittadino di Israele, e studia psicologia prima alla Hebrew University di Gerusalemme e poi all’Università della California a Berkeley, dove nel 1961 consegue il dottorato. Diventa professore all’Università di Princeton e viene insignito del premio Nobel nel 2002 con la motivazione di aver integrato aspetti della ricerca psicologica nelle scienze economiche, in particolare per quel che riguarda il giudizio e le decisioni prese in condizioni di incertezza (“for having integrated insights from psychological research into economic science, especially concerning human judgment and decision-making under uncertainty”).
Kahneman, assieme al collega e amico Amos Tversky, ha studiato il comportamento degli agenti economici ed ha mostrato come l’assunto di razionalità del loro comportamento, su cui si basa la teoria economica classica, sia smentito in molte circostanze. Kahneman e Tarski hanno così elaborato varie teorie, la più importante delle quali è probabilmente quella del prospetto, che cerca di spiegare certe deviazioni sistematiche dal comportamento razionale. Per questo è ritenuto uno dei fondatori dell’Economia sperimentale.
QUI è possibile leggere un articolo apparso nel numero 2 di Nuova Lettera Matematica, che parla della teoria del prospetto. Si segnala anche che, per gli abbonati ad Audible, è disponibile gratuitamente il suo interessantissimo libro Pensieri lenti e veloci.