Numero 1
Nuova Lettera matematica 1
Questo fascicolo della rivista è stato concepito e realizzato come una sorta di “numero 0” introduttivo alla nuova serie e, quindi, non riflette sotto diversi aspetti (dal numero di pagine alla struttura e alla tipologia degli articoli) il suo formato standard indicato sul sito della rivista stessa.
Pensando al lungo periodo di cui l’umanità ha avuto bisogno per accettare lo zero come numero (cosa che forse anche oggi non è fatta da tutti), per motivi pratici, si è deciso di chiamarlo il numero 1. D’altra parte, vista la continuità ideale che si vuole mantenere col passato, questo lo potremmo anche considerare il numero 108. Come dire che, anche in una rivista caratterizzata come “matematica” fin dal nome, i numeri si possono (o ci possono) confondere.
Numero 2
Nuova Lettera matematica 2
Siamo di nuovo qui. Stiamo usando quasi le stesse parole dell’editoriale del numero scorso, il primo. Ma la situazione è diversa. Più delicata. Se il numero 1 ha costituito il (ri)lancio della (nuova) Lettera, un gioco difficile, una sfida importante, ma pur sempre un divertissment (sia pur serissimo), dal momento che impegnava solo quel gruppetto di persone che ci aveva creduto, questo, invece, è il primo numero regolare. Come abbiamo scritto a giugno, quello di allora avrebbe dovuto essere il numero 0, solo un atto di presenza (un’esca per il “vecchio” lettore che si sperava diventasse anche “nuovo”) nel quale si delineava la struttura regolare della rivista (ma poi non la si rispettava). Si dettavano le regole con l’intesa implicita che non ci riguardassero. Parlando di regole, potremmo prenderci in giro da soli scrivendo che c’era proprio bisogno di darsi una regolata (e siamo contenti di esserci subito riusciti). Questo numero rispetta le regole. Come stabilito, abbiamo sottoposto alle normali procedure di revisione gli articoli. Presentiamo un vero dossier, e abbiamo una rubrica fissa.
Numero 3
Nuova Lettera matematica 3
È passato un anno. Abbiamo presentato i due numeri precedenti parlando di noi. Adesso basta. Di noi, da ora in poi, parleremo solo per dire quello che non siamo riusciti ancora a fare. Chiedendo suggerimenti e aiuto ai nostri lettori. Anche perché non siamo più soli. C’è una novità importante. La nostra Lettera ha un sito. (https://www.nuovaletteramatematica.it). Vorremmo che Lettera e sito diventassero aspetti complementari dello stesso progetto. Sul sito si potranno portare avanti, in modo dinamico e interattivo, discorsi presentati nella Rivista in forma statica (come non può non avvenire). Viceversa, il sito può stimolare la nascita di qualche nuova idea che troverà, poi, forma nella Lettera. Sul sito qualcosa è già partito. Di matematico, alcune “Briciole”, come si intitola la sezione, ma molto nutrienti. Vi è poi il link a un intervista che Math-is-on-the-air ha fatto alla Lettera nello scorso mese di maggio. Infine, per stimolare l’interazione tra il sito e la rivista, un post riguardante un articolo qui presente, sulla didattica di Don Milani, è comparso prima che questo numero venisse stampato. Vorremmo che i lettori interagissero con la rivista attraverso il sito. Per stimolarci e criticarci, per darci nuove idee.
Numero 4
Nuova Lettera matematica 4
Questo numero è dedicato a Pietro Greco. Ci è già mancato tanto nel corso di quest’anno, ci mancherà ancora e continueremo a chiedergli consigli sfogliando i suoi libri e andando con la memoria agli scambi che abbiamo avuto con lui. Non ci piacciono i segni che indicano, in liste di nomi, chi se n’è andato. Per questo finora Pietro è rimasto nell’elenco dei redattori senza alcun segno particolare. Dal prossimo numero il suo nome non sarà più presente nella lista ma continuerà a rimanere tra noi, implicitamente ma in modo sostanziale.
Per motivi, forse, casuali, i contenuti di questo numero ci sembra siano particolarmente “pietreschi”. Con quelli del Dossier “Ricerca e Innovazione” curato da Daniela Palma e Settimo Termini, infatti, non solo sarebbe stato in perfetta sintonia ma ci avrebbe aiutato a trattarli meglio e in modo più completo. Di Dante ci avrebbe disvelato aspetti cruciali connessi alla comunicazione e al ruolo essenziale, per la società di oggi, di una democrazia della conoscenza. Del Nobel a Giorgio Parisi, poi, ci avrebbe fatto capire molte cose sul suo significato per l’Italia, in questo momento, oltre a parlarci di lui e dei suoi risultati in modo piano e profondo.
Ci manchi, Pietro. Grazie per quello che ci hai insegnato e lasciato.
Numero 5
Nuova Lettera matematica 5
Questo fascicolo della Lettera è un po’ tutto sotto il cappello del contenimento. Il Dossier lo è in modo del tutto naturale. Dobbiamo contenere i nostri eccessi che danneggiano l’unica Terra che abbiamo a disposizione. Ma si rifanno al contenimento anche molti altri articoli. Lo fa quello di Ciro Ciliberto che mostra come una delle ricchezze della matematica sia quella di contemperare concretezza e astrazione. Lo è quello di Gian Italo Bischi, Pietro Nastasi ed Enrico Rogora che mostra come l’internazionalismo scientifico possa contribuire a superare i conflitti. Lo sono gli interventi di Vittorio Marchis e Renato Betti sull’importanza del “narrare” come antidoto a una rigidità comunicativa che non ci permette di farci capire. Mario Pulvirenti ci fornisce una presentazione amichevole di un tema molto difficile. Ci spiega perché riuscire a modellare i fluidi sia una sfida per i matematici. Giulia Caporalini e Stefano Leonesi concludono il percorso iniziato due numeri fa sugli strumenti matematici che possono aiutare chi “non vede”. Vico Montebelli ci fa immergere nella matematica del Medioevo e del Rinascimento. Liliana Curcio, infine, commemora Dino Buzzati, nel cinquantenario dalla morte, rievocando un incontro insolito da lui avuto con la matematica.
Nuova Lettera matematica 6
Nell’editoriale del numero precedente era stata osservata una coincidenza sorprendente tra alcuni dei temi trattati e una delle caratteristiche del periodo che stavamo (e stiamo) vivendo. Senza averlo programmato questo accade anche questa volta. L’interessante Dossier, curato da Lucchetti e Rosolini, mette a fuoco diverse situazioni paradossali presenti nel contesto della scienza e mostra il frutto che da queste si può trarre se le trattiamo con cura. Anche nel mondo stiamo vivendo una situazione paradossale per quanto riguarda la ‘guerra grande’ – come qualcuno l’ha definita – che ancora continua. Tutti i protagonisti principali vorrebbero mettere la parola fine ma nessuno sa come fare perché – non capendo come funzionano veramente i paradossi – vorrebbe mantenere possibili vantaggi acquisiti impedendo che anche l’avversario (o nemico) lo faccia. Ma i paradossi danno i loro frutti, svelano la loro potenza creativa, quando li si prende veramente sul serio e siamo pronti a disfarci delle convinzioni già acquisite. Sfiora il paradosso, fin dal titolo, l’articolo di Quarteroni che mostra i progressi compiuti nel costruire un modello matematico del funzionamento dell’organo che associamo agli affetti; un obiettivo che, se conseguito, permetterebbe una descrizione più completa e flessibile di qualsiasi indagine radiologica. Un po’ paradossale è anche la vicenda di Kaldor, descritta da Bellocchi e Travaglini. Proprio la ricchezza dei suoi interessi, il suo “essere anfibio”, come scrivono gli autori dell’articolo, è ciò che agli occhi di molti lo ha reso meno degno di interesse e ha generato un offuscamento del suo ruolo e del suo valore. Entrambi gli articoli di Ciliberto e Rupeni-Zampa presentano delle sintesi. Della geometria enumerativa il primo, della consequentia mirabilis il secondo. L’articolo di Demattè descrive un’esperienza didattica interessante – che coinvolge gli insegnanti di matematica, italiano e latino – a partire da una copia manoscritta, del XIV secolo, del Tractatus Algorismi di Jacopo da Firenze. E, cosa molto bella per una rivista, entra, all’inizio, in un dialogo con un articolo precedentemente apparso. Il contributo di Comoglio-Rogora ripercorre il percorso accidentato causato dal ‘giuramento’ richiesto – in alcuni periodi della nostra storia – agli insegnanti e ai professori universitari. Segue un’intervista, curata dagli stessi autori, ad Antonino Drago, storico della fisica e militante pacifista, protagonista – suo malgrado – del problema del giuramento e che anche qui – come in moltissimi suoi altri interventi, azioni, scritti e contributi scientifici – costringe a riflettere su molti temi in modo originale. Chiudono il numero le due rubriche “fisse” l’architettura della matematica ed ex-libris mentre ephemera cede il passo a un ricordo di Pietro Greco, a due anni dalla sua scomparsa, riproponendo l’immagine che aveva illustrato la copertina del numero 4.