Oggi 21 ottobre 2024, un lunedì uggioso sospeso tra i primi rigori dell’Autunno e improvvisi ritorni estivi, Liliana ci ha lasciati.
Lascio ad altre e ad altri dire che quale sia stata l’opera scientifica di Liliana Curcio, ricordarne gli innegabili meriti nella diffusione e comunicazione della matematica; lascio ad altre e ad altri ricordare la sua figura professionale.
Questo è il ricordo di un amico, che ha avuto il privilegio di conoscerla e frequentarla per più di 3 decenni; da un iniziale rapporto professionale sino ad una delle più durature e significative amicizie della mia vita.
In un tempo vicino, ma che appare oramai remoto (era l’ottobre del 1991), giovane e molto timido neo laureato mi avvicinavo con timore e tremori al mio primo convegno Pristem (di fatto il mio primo vero convegno, ad essere sinceri) facendo la conoscenza di quante e quanti sono stati membri di quel formidabile centro di ricerca che è stato ed è il Pristem Bocconi.
Liliana era una nuova come me del gruppo, ma ben nota nell’ambiente dei matematici milanesi; le sue erano opinioni profondamente rispettate e le sue osservazioni mai cadevano nel vuoto, anche durante i primi mesi di frequentazione del centro.
Inutile dire che divenne ben presto la guida delle colleghe e dei colleghi più giovani, restando per tutti anche una maestra di stile e di rigore intellettuale, temperato dagli improvvisi squarci di gioia quasi infantile di fronte alle cose che la entusiasmavano veramente, chiosati da una garbata ma irrefrenabile risata che le faceva scendere copiose lacrime, sempre tamponate con grazia. I moti di disapprovazione grave, invece, erano sottolineati da un ampio uso di meravigliosi ventagli che avrebbero fatto l’invidia di qualsiasi signora dei salotti milanesi risorgimentali.
33 anni di assidua frequentazione consentirebbero una aneddotica lunga e ricca, ma sarebbe fare un torto alla memoria di Liliana; se fosse qua accanto a me, un’ultima volta, vorrei dirle quanto è stata importante per tutti noi, che abbiamo avuto il privilegio di conoscerla, amarla, averla per saggia e fidata consigliera e maestra di vita. Quanto è stata importante per me, saperla amica e modello. Uno dei suoi profondi e leggendari sospiri bastava a far cambiare il corso di una riunione tesa e dai toni cupi, uno dei suoi “si potrebbe …” divenivano la sintesi mirabile di ore di discussione.
Ma adesso è il momento del silenzio e dei ricordi.
Ciao amica mia.
Mauro Comoglio
Buon viaggio, dolcissima amica.
Grazie di tutto, Liliana cara, ci lasci tutti più soli.